Momento di incontro per i licei classici di tutta Italia, quest’anno il Teatro Greco di Siracusa ha regalato un’esperienza indimenticabile anche ai nostri studenti.
Il triennio dell’High School indirizzo classico ha partecipato con entusiasmo alla nuova edizione della Stagione del Teatro Greco di Siracusa, un rito collettivo che da oltre un secolo rinnova il legame tra un pubblico sempre più vasto e le radici della cultura occidentale. Lo scorso 23 maggio le nostre classi hanno, infatti, assistito alla rappresentazione dell’ “Elettra” di Sofocle nella raffinata regia di Roberto Andò, che nei panni della sorella maggiore di Oreste ha voluto e diretto una Sonia Bergamasco indomita, primitiva, profondamente legata a forze oscure e viscerali, in dialogo più con i morti che con i vivi.
Fin dall’inizio è lei a dominare il palco, in un arco emotivo che dalla disperazione attraversa la gioia del riconoscimento del fratello e conduce al compimento di un’antica vendetta: la morte di Egisto e Clitemnestra, colpevoli dell’assassinio di Agamennone. Eppure, come spesso accade nella tragedia greca, il sangue non placa, non redime, non consola: Elettra non chiede giustizia né cerca ragione, ma si consuma nel dolore e accusa chi le è più vicino di non saper odiare con la sua stessa intensità, inchiodata a un vuoto che nessun atto violento riesce a riempire di significato. La “disobbedienza emotiva” di cui ha parlato Andò nelle sue interviste ce la rende, poi, immediatamente familiare ad Antigone: entrambe si impongono a livello scenico per l’ostinazione con cui cercano di ricomporre le lacerazioni della loro coscienza, diventando incarnazione dei conflitti parossistici che più caratterizzano la condizione umana.
La messa in scena è stata arricchita da contributi artistici di grande livello: la recitazione intensa e vibrante di Anna Bonaiuto nei panni di Clitemnestra, le musiche originali di Giovanni Sollima, i movimenti coreografici di Luna Cenere, i costumi di Daniela Cernigliaro, il disegno luci di Gianni Carluccio, l’ambiente sonoro curato da Hubert Westkemper.
Ma per gli studenti l’esperienza non si è limitata al palcoscenico. L’ingresso nel Teatro Greco, il silenzio condiviso, la luce naturale del tramonto che accompagna l’inizio dello spettacolo hanno costituito un momento generativo, che li ha resi consapevoli della potenza immaginifica e comunicativa dei testi che pazientemente studiano e analizzano nelle lezioni scolastiche e che così si rivelano ancora oggi uno strumento prezioso di formazione del cittadino, capaci di allenare al dubbio, alla complessità, all’empatia.